Rudi Ghequire

La particolarità delle botti di maturazione di Rodenbach è che sono posizionate in verticale. Una botte tenuta così all’in piedi non può essere riempita del tutto. In alto nella botte, quindi, la birra viene a contatto con l’aria generando lattati. che durante il processo di invecchiamento vengono trasformati in delicati acidi malici che conferiscono alla birra la raffinatezza di un vino giovane. “Questo tipo di birra rosso scuro viene anche chiamata la Bourgogne fiamminga”, racconta Rudi Ghequire, da quattordici anni a capo di Rodenbach (nonché enciclopedia della birra vivente). “La birra resta nelle botti almeno due anni. Ogni botte ha tra l’altro una propria storia e quindi un gusto specifico.

In una bottiglia Rodenbach si troverà sempre anche una miscela di diverse botti, il che offre un risultato ancora più composito”. In Rodenbach viene aggiunto anche un piccolo quantitativo di luppolo. Il luppolo non viene impiegato per il suo aroma amaro, ma per ottenere una robusta corona di schiuma. “Rinunciamo volontariamente al gusto amaro del luppolo, acido e amaro con si combinano assolutamente”.

Con il suo ricco passato, Rodenbach ritiene importante anche investire nel futuro. “La parte nuova del birrificio, ad esempio, è ricoperta di pannelli solari. Grazie a questo investimento, produciamo un quarto del nostro fabbisogno energetico. Anche la circolarità è molto importante per noi. La vinaccia che resta dopo la birrificazione è destinata agli allevatori che la usano come mangime per il bestiame”. E Rudi è orgoglioso anche dei numerosi premi internazionali che attirano tanti visitatori stranieri al birrificio. “In nessun altro luogo al mondo viene usato questo metodo di produzione della birra. Dall’Australia al Giappone, tutti restano colpiti dalle nostre antiche sale di birrificazione”.