Caroline en Nicolas Baerten en Decloedt - landscape

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Caroline en Nicolas Baerten en Decloedt - portret
Caroline & Nicolas Baerten en Decloedt
Restaurant humus & hortense

Nicolas Decloedt & Caroline Baerten

Cucinare nel rispetto delle stagioni, nella cucina di humus x hortense assume un nuovo significato: gli chef Nicolas Decloedt & Caroline Baerten per il loro menù lavorano con non meno di 24 microstagioni. Si attengono così rigorosamente al ritmo dei campi.

“Ormai da oltre dieci anni lavoriamo con Dries Delanote. Egli stesso si definisce un wild farmer: la natura comanda sui suoi campi. Per noi è importante che lavori secondo i principi dell’agricoltura rigenerativa. Significa cioè che arricchisce il suolo, piuttosto che impoverirlo: non usa l’aratro, né fertilizzanti o pesticidi. I microrganismi che popolano il terreno hanno così campo libero e anche in superficie ciò ha un impatto positivo sulla biodiversità. E il palato lo nota: ogni anno, la qualità del terreno migliora e ogni anno abbiamo ortaggi, verdure e frutta dal sapore più deciso. La nostra collaborazione è una conversazione continua, nella stagione della semina ci chiedono quali erbe e verdure desideriamo inserire nel menù. E nella stagione del raccolto ci avvisano quando i prodotti sono al loro meglio”.

Gastronomia botanica

Quando viene reso noto il raccolto, Nicolas e Caroline decidono cosa verrà servito a tavola. “A volte mi invento un cocktail botanico e Nicolas ci lavora su per un piatto che vi si abbini. Altre volte avviene il contrario”. In questo periodo, ad esempio, il menù offre un paris-brest salato preparato con piccoli strati di sedano rapa affumicato, una riduzione delle bucce delle verdure, ciuffetti di mela cotogna fermentata e fettine di insaccato di sedano rapa che gli chef hanno sviluppato nel laboratorio dello scienziato alimentare Maxime Willems. “Il risultato è sorprendente, il sedano rapa viene maturato e fermentato così lentamente che diventa una vera bomba umami”. Ad accompagnare questi sapori pieni, Caroline serve un’infusione di milky oolong da Taiwan. “Lascio il tè in infusione in un kombucha leggermente acidulo e un cordiale fresco. Lo combino con un amakaze fatto in casa, gin belga e sakè: i sapori intensi del piatto vengono completati dal gusto vellutato nel bicchiere”. Nel drink pairing vengono proposte almeno tre creazioni di Caroline, integrate con vini naturali accuratamente selezionati, birre artigianali belghe, sidro e sakè.

Sostenibilità come filo conduttore

La sostenibilità è profondamente radicata nel DNA di humus x hortense. Non è un termine di moda, ma un sacro principio che si rileva in ogni aspetto del ristorante. “Guardiamo oltre ciò che è nel piatto. L’abbigliamento del nostro personale è di cotone biologico, realizzato da un marchio di moda belga. Il nostro team riceve anche incentivi finanziari per venire a lavoro in bici o con il trasporto pubblico. I nostri tavoli sono realizzati in querce provenienti da forestazione responsabile in Belgio. L’acqua in bottiglia è di fonte, versiamo acqua di rubinetto filtrata in bottiglie di vetro riutilizzabili. La pellicola è bandita dalla nostra cucina e ci siamo impegnati a consumare ogni mese 10.000 litri di acqua in meno”. E naturalmente, da humus x hortense si cucina solo vegetale. “È la conseguenza logica della nostra ricerca di ridurre al minimo l’impatto sul pianeta. Anche se preferiamo parlare di gastronomia botanica”.

Per il loro impegno, nel 2021 il team di humus x hortense è stato insignito di una stella verde Michelin, un riconoscimento su cui Nicolas e Caroline hanno un appunto critico. “Non riteniamo giusto che la sostenibilità sia una categoria a parte nelle guide gastronomiche. Non dobbiamo scegliere tra cucina buona e cucina sostenibile, sono entrambi elementi che devono combinarsi perfettamente nel piatto!

Gli chef possono rivestire un ruolo importante nelle sfide ecologiche che ci troviamo ad affrontare. Influenzano le mode, sostengono determinati fornitori e quindi un particolare modo di fare agricoltura. Se tutti fanno una scelta sostenibile, avrebbe un enorme impatto sul sistema alimentare”.

Hummus

Ecologia e piacere, mano nella mano

"Gli ospiti si sentono a casa, è come se fossero accolti in un bagno caldo. Esaltiamo la bellezza e il piacere dell’alimentazione vegetale. Ci sembra la strategia migliore per il cambiamento."

Nonostante le loro forti convinzioni, Caroline e Nicolas non vogliono estremizzare le posizioni, ma piuttosto invitano a una riflessione critica. “Dobbiamo riflettere con urgenza su come vogliamo garantire alle generazioni future un pianeta vivibile. Per questo dobbiamo avere un approccio più creativo con le risorse naturali e comprendere che tanto gli agricoltori, quanto gli chef e i clienti, sono parte di un ecosistema più vasto.

Nel nostro ristorante mostriamo come si può farlo in maniera piacevole. Gli ospiti si sentono a casa, è come se fossero accolti in un bagno caldo. Esaltiamo la bellezza e il piacere dell’alimentazione vegetale. Ci sembra la strategia migliore per il cambiamento”.

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